Parlando Serialmente – The Umbrella Academy

Forse ho dimenticato di dirlo l’altra volta, ma Parlando Serialmente non vuole essere una rubrica di quelle serie e oggettive. No, qui ci sono io, Dave, che vi dico “ama, questa serie te la devi troppo vedereee!”.

In particolare, i miei giudizi diventano totalmente di parte quando parlo di serie tv sui supereroi, gente coi poteri o qualsiasi cosa abbia la firma Marvel (ma di questo parleremo un’altra volta).

Oggi però voglio parlarvi di un pilot che mi ha davvero stupito, una chicca di Netflix che mi ero perso quando uscì, ma che ora consiglio a tutti gli amanti di questo genere: The Umbrella Academy.

I 10 episodi che compongono la prima stagione di The Umbrella Academy sono basati sull’omonimo fumetto “The Umbrella Academy Volume Uno: La suite dell’Apocalisse”, disegnato da Gabriel Bá e scritto da Gerard Way, il cantante dei My Chemical Romance. Inizialmente la Universal aveva opzionato il fumetto per un film, ma nel 2015 Netflix ha annunciato la realizzazione di una serie tv ideata da Steve Blackman. È stata poi caricata sulla piattaforma il 15 febbraio 2019. Voglio già rassicurarvi, la seconda stagione uscirà il 31 luglio 2020, quindi fate giusto in tempo a recuperare la prima!

Sì, ma Dave perché dovrei perdere 59 minuti del mio preziosissimo tempo a vedere il pilot di questa serie?

Amica da casa, te lo dico subito!

 

Il pilot ti spiega tutto i primi quattro minuti:

Nella dodicesima ora del primo giorno d’ottobre del 1989, 43 donne nel mondo partorirono. Il fatto alquanto insolito fu che nessuna di queste donne era incinta all’inizio della giornata.

 

L’Eccentrico miliardario (c’è sempre un eccentrico miliardario nei fumetti, ciao Tony t.a.3k) Sir Reginald Hargreeves quando scoprì l’accaduto, cercò di adottare quanti più bambini possibili (perché? Perché no?!). Riuscì a prenderne sette:

  • Luther, Numero Uno
  • Diego, Numero Due
  • Allison, Numero Tre
  • Klaus, Numero Quattro
  • Numero 5
  • Ben, Numero Sei
  • Vanya, Numero Sette

Hargreeves creò per loro una Accademia, la Umbrella Academy appunto, per crescerli come supereroi. Ognuno di loro (o quasi) aveva infatti sviluppato delle capacità particolari, che se ben allevate avrebbero potuto salvare il mondo.

Tutto molto bello fin qui, se non fosse che Hargreeves si è rivelato essere uno stronzo, tanto da aver numerato i propri figli senza dar loro neanche dei veri nomi. E infatti nel pilot vediamo i cinque fratelli (esatto, cinque) rivedersi dopo anni proprio al funerale del loro ben poco amorevole padre adottivo.

Non aspettatevi una serie alla “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, ogni fratello ha preso una strada diversa nella vita, quasi tutti quella sbagliata o alquanto sfigata. Ma questa reunion porterà questa sgangherata famiglia a riunirsi, perché alla fine pare proprio che il mondo debba essere salvato.

 

Ciò che mi ha conquistato in questo pilot sono indubbiamente due fattori.

Il primo è il rapporto tra i fratelli, anche se bisogna vedere tutta la stagione per poter approfondire le dinamiche che scorrono tra tutti loro, già dalla prima puntata è affascinante vedere come di base si disapprovino perché ognuno ricorda all’altro quella difficile adolescenza che tutti in qualche modo stanno cercando di dimenticare. Eppure si vogliono bene,e  quel senso di famiglia, per quanto strana e contorta possa essere, c’è e lo si percepisce molto.

Il secondo fattore che fa di The Umbrella Academy un pilot e una serie da vedere è la trama.

So che può sembrare sciocco e quasi scontato, ma pensate a quante serie oggi hanno o una trama da telenovela, più o meno riuscita, che ti invoglia a proseguire per inerzia, oppure hanno dei bei personaggi, ottimi interpreti, fotografia pazzesca, ma poi la trama si riduce a cinque momenti clou nell’arco di dieci puntate.
La trama di questo telefilm invece è molto più elaborata, piena di sfumature e dettagli che si insinuano nella tua mente senza quasi che te ne accorga. Alla fine del pilot sei ancora concentrato sul capire se ti sta piacendo o no e boom, finisce lì e non puoi che dire: “ma io devo saperne di più!”.

Questa sensazione, ve lo garantisco, proseguirà per tutta la stagione: gli episodi scorrono via tra viaggi nel tempo, sparatorie, scene paradossali ma molto divertenti e momenti davvero commoventi. Ogni personaggio intraprende un percorso per migliorare se stesso e la sua vita, andando ben oltre il semplice “ho dei poteri, devo aiutare gli altri”. Tutto in questo show è molto più complesso e definito, grazie anche all’interpretazione degli attori protagonisti: da Ellen Page (Juno) a Robert Sheehan (Misfits), fino a Mary J. Blige e Kate Walsh (Grey’s Anatomy), probabilmente i miei personaggi preferiti, anche se non compaiono nella prima puntata.

Insomma, il pilot di  The Umbrella Academy è solo l’incipit, l’antipasto di quello che vi aspetta. Un viaggio tra drammi famigliari e una imminente apocalisse (che spesso passa in secondo piano, altro fattore che fa molto ridere). Ora vi fidate? Fidatevi!

 

Davide “Dave” Ansovini