Parlando Serialmente – Boris

Ne parliamo ora per non parlarne più. Questa Quarantena passata ci ha cambiato. In alcuni casi abbiamo scoperto nuove parti di noi, nuovi hobby. Chi si è dato alla cucina, chi agli esercizi di yoga. Ma ammettiamolo, la maggior parte è tornata al primo grande amore della nostra generazione (n.d.r. gli universitari / Millennials / neolaureati in cerca del senso della vita). I dati parlano chiaro, in questi mesi di lockdown si è registrato un picco di abbonati alle piattaforme di streaming, siamo tornati a guardare le serie tv!

Io sono stato uno di quelli. Forse i fan più vecchi di radiorEvolution si ricorderanno di Serialmente Parlando, dove io e altra gente (che saluto) parlavamo dei telefilm, per dirlo alla vecchia. Da lì ne sono passati di programmi, ma costretto in casa ho ripreso serie lasciate a metà, novità degli ultimi anni che rimandavo a “quando avrò tempo” e fatto rewatch di grandi cult. Per questo mi sembrava carino in questa estate da Fase 2 ritornare insieme a voi ai pilot (episodio uno, puntata pilota) di alcuni tra gli show che ho rivisto recentemente. Magari li avete visti anche voi, magari vi verrà la curiosità di iniziarli!

 

La prima serie che voglio analizzare è un grande cult italiano, una serie del 2007, tre stagioni e un film, che all’epoca fu un gioiellino prodotto da Sky apprezzato da pochi, ma negli anni diventato un vanto e punto di riferimento forte per tutti noi series addicted italiani: Boris.

Lo so, qualcuno starà già canticchiando “Gli occhi del cuore, gli occhi del cuoree..”, ma andiamo con calma. 

Dopo che Netflix l’ha inserita nel suo catalogo, questa serie è tornata sulla cresta dell’onda, grazie anche alle sue scene e battute iconiche che sono diventate in tempo zero materiale prezioso per centinaia di meme sul web. Il bello di Boris sta proprio in questo, dopo 13 anni è ancora attualissima, rappresenta in modo brillante uno spaccato di società forse con meno festini e bunga bunga, ma sempre incredibilmente italiano!


Il pilot si chiama “Il mio primo giorno” e vede il giovane ed ingenuo Alessandro iniziare il suo stage (per non dire schiavismo) a Roma sul set di una fiction di cui miracolosamente “La Rete” ha voluto girare la seconda stagione: Gli Occhi del cuore.

In questo primo episodio vengono illustrati uno per uno i ruoli principali del set e della serie, con un effetto meta-narrativo tipico di Boris:

  • Alessandro, lo stagista
  • Corinna, la star
  • Arianna, l’assistente alla regia
  • Itala, la segretaria di edizione
  • Gloria, la truccatrice
  • Stanis, il divo
  • René, il regista
  • Lopez, il delegato di rete
  • Duccio, il direttore della fotografia
  • Biascica, il capo elettricista
  • Sergio, il delegato di produzione
  • Lorenzo, lo stagista schiavo

Non preoccupatevi, non servirà prendere appunti, tutto è spiegato nella sigla d’apertura, accompagnati dalla canzone (di cui non vi libererete mai più) Gli Occhi del Cuore, cantata da Elio e le Storie Tese.

Se fossimo al Jurassic Park qualcuno direbbe “qui non si bada a spese”, perché il livello di questa serie è davvero alto non solo nella sigla. Ogni personaggio è caratterizzato perfettamente e gli attori li interpretano magistralmente e in maniera “molto poco italiana”. Se le star hanno i volti di Pietro Sermonti (ve lo ricordate Giulio di Un medico in famiglia?) e Carolina Crescentini, l’assistente alla regia è la comica Caterina Guzzanti e il regista è l’incredibile Francesco Pannofino.

Tornando al Pilot, già la prima battuta, senza fare spoiler, rappresenta l’essenza e il “registro stilistico” che lo spettatore dovrà presto abituarsi a vedere (e a volte subire) in questa serie:

“Scusi sa dov’è il regista?” “Ma vattene affanculo!”

Boris è decisamente politicamente scorretto, forse oggi sarebbe troppo anche per Sky, ma per chi vuole seguirla deve scendere a patti con questo aspetto, perché le attrici sono “cagne maledette”, gli stagisti sono schiavi che vengono insultati e picchiati, la colpa è sempre attribuita ai rumeni, e ogni membro della troupe è lì perché raccomandato da qualche politico o persona influente in Italia. 

 

La prima stagione de Gli Occhi del Cuore non è andata male, “è stata collocata male nel palinsesto”, per questo il Dottor Cane e la Rete hanno deciso di girare comunque la seconda stagione. Questo è il clima che si respira sul set. Gli attori si sentono dei maestri della recitazione che sognano di vincere un Telegatto, se non fosse che non sanno recitare affatto. Il regista chiede il sostegno del suo pesce rosso Boris (simbolo della serie) mentre urla a tutti, a volte per dare del Genio altre della Cagna, ma sempre al motto di fare le cose “a cazzo di cane”. Il direttore della fotografia invece è un cocainomane che spiega subito: “Nella fiction la fotografia deve fare schifo, non deve essere più bella della pubblicità se no la gente cambia canale”, per questo usa sempre lo stesso modo per impostare le luci: “Apri, apri tutto, smarmella!”.

In questa prima puntata troverete tutte le citazioni più iconiche, quelle che vi faranno fare bella figura con gli amici e capire i riferimenti sui social, ma è anche l’inizio di una serie tv davvero brillante e diversa da quelle solite del panorama italiano (di ieri e di oggi), ideata da Luca Manzi e scritta da Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, che è anche regista della prima stagione. Uno show che racconta con ironia realtà dentro e fuori dal set su cui non ci sarebbe nulla da ridere. E pensare che quando andò in onda la prima volta non fu un successo di ascolti (anche perché trasmessa su satellite, il primo prodotto italiano originale del canale Fox), ma nel giro di poco tempo si diffuse sempre di più grazie al passaparola (e alla pirateria, dicono) diventando un cult della tv italiana ancora oggi imperdibile.

 

E dai dai dai!

 

Davide “Dave” Ansovini